domenica 2 novembre 2014

L'importanza della misurazione del pH nei cosmetici

Ecco un post espressamente dedicato a chi si sta accingendo ad autoprodursi i cosmetici in casa: parlo dei cosmetici quelli veri tipo creme & detergenti a lunga conservazione, non delle maschere per capelli o degli scrub prodotti con ingredienti da cucina per i quali non è necessaria una grande conoscenza della chimica e della cosmetologia. 

Se avete comprato gli emulsionanti, i vari grassi, gli attivi, i tensioattivi e avete appena cominciato a sperimentare cosa significa spignattare, spero proprio che starete attenti a non tralasciare questo piccolo ma fondamentale processo, cioè la misurazione del pH.

Di solito il pH viene misurato a fine attività, dopo aver inserito tutte le fasi e il conservante, giusto prima di "imbottigliare" il prodotto. Molte persone non danno importanza a questo procedimento, eppure ha un enorme significato, se consideriamo che un pH sballato può causare anche gravi problemi alla pelle.

CHE COSA E' IL PH
Il pH è la scala di misura della basicità o acidità di una soluzione. Tecnicamente, indica un'operazione cioè il logaritmo in base 10 della concentrazione molare degli ioni H+ (o idrogenioni) cambiato di segno.
Il range in cui varia il pH spazia da 0 (il valore più acido) a 14 (il valore più basico); da ciò si evince che 7 indica la neutralità. Valori sotto il 7 sono identificati come acidi, valori sopra il 7 come basici (o alcalini). 


Nel Manuale di Cosmetolgia di Proserpio il pH è indicato come la concentrazione degli ioni idrogeno in una soluzione elettrolitica, pertanto per misurare il pH in un cosmetico è necessario avere un liquido che conduca corrente elettrica (cioè un liquido contenente ioni H+); tali liquidi sono: tonici e soluzioni acquose in genere; detergenti; emulsioni fluide; emulsioni olio in acqua (o/a); saponi; gel.
NON è possibile misurare il pH in: emulsioni acqua in olio (a/o); polveri; oli, burri e grassi in generale (soluzioni oleose). 


PERCHE' E' IMPORTANTE MISURARE IL PH DI UN COSMETICO

Poiché il nostro organismo è composto principalmente di acqua in cui sono dispersi in varia concentrazione ioni (Ca2+, Mg2+, Na+, Cl-, K+, H+...), le nostre cellule (anche quelle dell'epidermide, ovviamente) sono composte quindi di soluzioni elettrolitiche che conducono elettricità, proprio in virtù della presenza degli ioni.

Secondo il Regolamento sui Cosmetici dell'Unione Europea, un cosmetico è una "sostanza o una miscela destinata ad essere applicata sulla superficie esterna del corpo umano" e in quanto tale è un composto che interagisce con le cellule dell'epidermide.
Poiché tali cellule sono ricche di liquidi in cui sono dispersi gli ioni, dalla definizione di pH di Proserpio è logico dedurre che l'epidermide abbia un proprio pH che generalmente è compreso tra 4,5 e 6.


Da ciò si evince che un cosmetico, per rispettare l'eudermicità, debba avere un pH che sia coerente con quello della superficie corporea su cui viene applicato.
In generale, la pelle ha un pH di 5,5 mentre i capelli hanno un pH più acido, intorno a 4,5 (vi invito ad approfondire la variazione del pH dei vari distretti corporei leggendo questa tabella; ciò che interessa a me adesso è dare una panoramica complessiva del concetto di pH e della sua importanza).

Poiché quindi l'epidermide ha un proprio pH, è sbagliato nonché dannoso non regolare il pH del cosmetico in modo da renderlo eudermico, poiché un ambiente troppo alcalino o basico (valori di pH maggiori di 7) può favorire la proliferazione di microrganismi patogeni, mentre invece un ambiente troppo acido (valori di pH minori di 4,5) può distruggere la flora batterica buona, cioè quella che protegge la pelle e impedisce la proliferazione di microrganismi patogeni. Secondo alcuni studi, i batteri responsabili dell'acne giovanile prosperano per valori di pH leggermente superiori a 5,5.

Talvolta, piccole differenze di variazione di pH nei cosmetici possono essere importanti per l'integrità cutanea: sebbene sia generalmente valida l'usanza di utilizzare i detergenti intimi anche per la detersione del viso, bisogna stare attenti a scegliere il sapone giusto poiché in commercio non è difficile trovare prodotti per l'igiene intima con pH 3,5, assolutamente aggressivo per il viso; allo stesso modo, questo tipo di prodotto con un pH del genere deve essere utilizzato nella pulizia intima solo per bervi periodi, per non andare ad attaccare e aggredire i lattobacilli che proteggono le parti intime da agenti patogeni (come la candida, per esempio).

E' molto semplice alterare il pH cutaneo, basti pensare alle comunissime saponette prodotte con la soda caustica che hanno un pH fortemente alcalino che rimuove in modo aggressivo il manto acido che protegge la nostra pelle.

Un altro esempio è rappresentato dalle patate: avete mai notato come sia fastidiosa la sensazione che rimane sulle mani quando finiamo di lavare questi ortaggi? Quasi prudono e "tirano", proprio perché i tuberi, crescendo sotto terra (quindi in un ambiente per lo più alcalino), hanno anch'essi un pH basico, aggressivo per la pelle delle mani.
Infine, sebbene sulle confezioni del bicarbonato di sodio sia scritto che è possibile utilizzarlo per fare il bagnetto ai neonati, tale abitudine non è del tutto corretta perché questa sostanza ha un pH molto basico.

Uno dei principi di funzionamento dei deodoranti ecobio è quello di alterare il pH delle ascelle in modo da creare un ambiente sfavorevole alla proliferazione dei batteri responsabili del cattivo odore: utilizzare una soluzione satura di bicarbonato di sodio altera il pH dell'ascella verso la basicità (senza creare danni, sebbene possa essere fastidioso nel caso di lacerazioni della pelle, per esempio dopo la depilazione), mentre un deodorante contenente trietil citrato lo altera verso l'acidità. Importanti ovviamente sono le dosi dei principi attivi ma in entrambi i casi l'ascella non dovrebbe risentire dello sbalzo del pH mentre invece i batteri dovrebbero venire attaccati.

Molte schiume utilizzate per la rasatura della barba hanno un pH leggermente basico (intorno a 8) che tende ad aprire le squame del pelo e ad ammorbidirlo, consentendo una rasatura migliore e più profonda. Invece, i balsami per capelli hanno un pH acido (intorno a 4,5) che tende a chiudere le squame del capello e a renderlo più lucido: è lo stesso funzionamento del risciacquo post-balsamo con una soluzione di acqua, succo di limone e aceto, che va a chiudere le squame e quindi a lucidare le ciocche.

ATTENZIONE: quando nelle pubblicità dei detergenti si sente dire che quel sapone è a "pH neutro" significa che il pH è EUDERMICO, cioè acido, e non neutro nel senso di 7 (come invece sarebbe corretto dire dal punto di vista chimico).

COME SI MISURA E SI REGOLA IL PH
In commercio si trovano delle particolari striscette di carta chiamate cartine tornasole sulle quali è applicato un colorante (detto appunto tornasole) che ha la caratteristica di variare il colore in base al pH.
Se state cominciando a spignattare è inutile dire che dovrete assolutamente munirvi di queste cartine.

Il loro utilizzo è molto semplice: è sufficiente immergere la cartina nel composto e attendere qualche secondo; quindi bisogna confrontare la colorazione ottenuta dalla cartina con la tabella di riferimento fornita con la confezione delle cartine. In questa tabella sono riportati i vari colori assumibili dalle striscette in riferimento alle variazioni di pH. 


Una volta misurato il pH se il valore assunto è diverso rispetto a quello eudermico si procede con la regolazione:
- se il pH è troppo BASICO si aggiungono tante gocce di acido lattico quante sono necessarie per raggiungere il valore previsto (il metodo più semplice è di aggiungere tre gocce, mescolare il composto, immergere la cartina e valutare il valore risultante);
- se il pH è troppo ACIDO si aggiungono tante gocce di soluzione di soda caustica (o idrossido di sodio, il NaOH) quante sono necessarie per raggiungere il valore previsto (anche in questo caso il metodo più semplice è quello di aggiungere tre gocce, mescolare il composto, immergere e valutare il valore risultante).

Mentre l'acido lattico è venduto tale e quale dai negozi e dai siti di materie prime, la soluzione di soda caustica dovete prepararvela da voi a casa (generalmente si utilizza una soluzione al 20% di soda caustica).
Basta che vi rechiate in ferramenta (fidatevi: costa meno in ferramenta che sui siti di spignatto!), compriate un barattolone di soda caustica, vi muniate di guanti, occhialini, bicchiere di vetro e contenitore di vetro scuro e procediate in questa maniera:

- poiché dovete preparare una soluzione al 20% di soda, se volete ottenere 100gr di soluzione dovete procurarvi 80gr di acqua distillata e 20gr di soda caustica, quindi per prima cosa pesate l'acqua in un contenitore e poi con molta attenzione, dopo aver indossato i guanti e gli occhialini di protezione, in un secondo contenitore mettete la soda caustica, prelevandola dal barattolone con un cucchiaio di metallo;
- richiudete il barattolone di soda, ponetelo nello scaffale più alto della vostra casa lontano dalla presa di bambini e animali domestici, prendete i due contenitori con le materie prime e ponetele su un ripiano, sotto una finestra aperta;
- prendete un bicchiere di vetro e versateci l'acqua distillata;
- prendete il contenitore con la soda e, facendo estrema attenzione, con il cucchiaio di metallo mettetela nel bicchiere di vetro contenente l'acqua: in questa fase è di fondamentale importanza che non respiriate i fumi prodotti dalla soluzione (ecco perché è meglio se lavorate all'esterno o in un ambiente areato) poiché sono pericolosi per l'apparato respiratorio e che stiate attenti a non entrare in diretto contatto con la soda, per questo si usano i guanti e gli occhialini; inoltre, la soda deve essere aggiunta gradatamente mentre si mescola poiché il contatto con l'acqua crea schizzi di materiale caustico molto pericolosi, per questo si aggiunge la soda all'acqua e non viceversa;
- la soluzione raggiungerà temperature elevate (90°C) per questo dovete aspettare che si abbassi prima di travasarla;
- una volta raffreddata, aiutandovi con un imbuto travasatela in un contenitore di vetro scuro munito di contagocce di vetro;
- chiudete bene il contenitore e preparate un'etichetta sulla quale andrete a scrivere con caratteri e colori ben visibili il contenuto e la sua pericolosità;
- riponete il contenitore nello scaffale più alto, lontano dalla presa accidentale di bambini e animali domestici.

La soluzione di soda caustica non è pericolosa e irritante come la soda in sé per cui non siate preoccupati quando andate ad utilizzarla.
Piuttosto, siate molto attenti quando la preparate perché, a differenza di quanto trovate scritto in molti blog e forum di spignatto famosi, la soda è PERICOLOSA poiché ha un pH estremamente basico e se si chiama CAUSTICA (cioè che brucia) un motivo c'è per cui non prendete questa operazione sotto gamba!
Non voglio fare terrorismo psicologico ma le ustioni profonde da soda sono più che famose: attenzione, cautela e cervello sono tre ingredienti fondamentali per evitare dolorosi incidenti.



Spero di esservi stata d'aiuto, per qualsiasi dubbio o chiarimento non esitate a chiedere!